Arte al servizio dell’innovazione: ST InnovationCUP

Nel 2013 si è svolto ST InnovationCUP, uno dei più interessanti progetti di incubazione e ricerca in relazione con l’arte, la cultura e l’innovazione in Italia. Un concorso di idee che si è poi sviluppato con le pratiche dell’Open Research in dinamiche aperte e comuni tipiche della produzione artistica.

Immagine di Ars Academy Research

L’ente promotore era ST Microelectronics azienda multinazionale avente sede in Italia, leader nel settore della componentistica dei dispositivi digitali, con l’organizzazione e la supevisione di Ars Academy Research. Il progetto coinvolse un ampio network internazionale di università, politecnici e accademie di arte, design e comunicazione.

La mia partecipazione iniziò con un workshop in Accademia. Il progetto prevedeva di trovare modi innovativi per impiegare i sensori della ST e presentare rapidamente le idee che ci venivano in mente in forma scritta. Pensai alla possibilità di utilizzare il giroscopio all’interno di un dispositivo indossabile, usandolo per fare una raccolta di dati biometrici relativi alla postura. La mia idea fu selezionata insieme ad altre tre all’interno della NABA; seguì un contest interno in cui i tre selezionati dovevano presentare a una commissione le loro proposte in modo strutturato e passai anche quella fase. Poi il processo si spostò alla sede di ST Microelectronics e il gioco si fece duro: erano state selezionate idee da tutto il mondo e team di studenti si stavano preparando per i match successivi.

Ero solo, avevo bisogno di un gruppo e scelsi le amiche che mi avevano accompagnato nell’avventura della NABA, Elena Malara, iscritta al corso di biennio specialistico in Arti Visive e Studi Curatoriali e Erica Falcinelli, iscritta come me al corso di biennio specialistico in New Media Art. Più tardi avremmo formato un collettivo artistico chiamato Ordinaria Amministrazione.

Ogni incontro preliminare a ST prevedeva una presentazione dell’idea ad una commissione composta da manager dell’azienda e docenti di arte, design e innovazione tecnologica afferenti alle più importanti università europee del settore. Era un modo bellissimo per entrare in contatto con colleghi brillanti provenienti da ogni angolo del pianeta e il fatto che la competizione avesse sede nei pressi della città di Milano, ci permetteva di fare da guida a nuovi amici stringendo relazioni che altrimenti sarebbero state impossibili.

Presentazione presso ST Microelectronics
foto di SMTcomunica

Ogni volta che presentavamo subivamo una selezione, per cui i team partecipanti diventavano sempre meno e il tempo a disposizione per presentare sempre di più. Illustrare le attività progettuali era un modo per portare avanti la ricerca ibridandosi con le idee e le pratiche altrui. Tornati a casa continuavamo il lavoro, facevamo piccole ricerche di mercato per capire se la nostra idea funzionava e come poteva essere migliorata. Superammo i passaggi di selezione esterna e proseguimmo il lavoro nella fase di incubazione. Era l’ultima fase del percorso al termine del quale sarebbe stato scelto il vincitore; avevamo l’appoggio del dipartimento di ricerca dell’azienda e fu prezioso collaborare con loro sia nel campo della possibile commercializzazione del prodotto che dello sviluppo tecnologico.

Il risultato fu AWARE, un dispositivo indossabile che, posizionato sulla schiena, permetteva di avere traccia dell’assetto posturale tenuto durante la giornata, evidenziando posizioni mantenute, movimenti scorretti e i rischi ad essi correlati.

La cosa più bella di tutto il processo è stata l’incontro con gli altri studenti in concorso. Vedere le idee che da un appuntamento all’altro si ibridavano le une con le altre, dimostrava come stessimo attraversando attività di grande efficia formativa e progettuale.

A vincere l’ultima competizione fu il team tedesco capitanato da Michael Rybakov che presentò un dispositivo capace di mettere in condivisione la luce da un ambiente all’altro. Un progetto poetico, molto efficace sul piano della comunicazione, che si aggiudicò un contratto per lo sviluppo commerciale del prodotto.

AWARE arrivò tra i progetti finalisti ma non vinse. La relazione con ST però non si interruppe, proseguimmo mettendo a punto MASQUERADE un progetto artistico basato sull’utilizzo del mimetismo animale come risorsa contro le tecnologie di riconoscimento facciale.

La ST InnovationCUP è stata un’esperienza importantissima, mi ha permesso di sviluppare e consolidare le competenze di progettazione in gruppo e la capacità di esporre il progetto di fronte a commissioni esterne in un ambiente internazionale. Questo è un bagaglio a cui faccio spesso riferimento quando seguo l’attività progettuale degli studenti e li oriento su come organizzare le loro presentazioni.