Morte e vita: l’incontro con Frank Ostaseski

Frank Ostaseski

Frank Ostaseski è uno dei fondatori del Zen Hospice Project di San Francisco, il primo centro di accompagnamento al fine vita degli Stati Uniti e del mondo. Dirige il Metta Institute, istituzione nata per fornire un’offerta di formazione professionale basata sui principi del Buddhismo Zen a medici, psicologi, infermieri, operatori sanitari e del benessere che si occupano dei morenti.

Nell’aprile del 2014 Frank Ostaseski condusse due giorni di laboratori presso il Monastero Zen il Cerchio ed io partecipai.

Furono due giornate di pratica incentrate sull’ascolto, utili per tutti, non solo per chi si occupa di cura. Il primo compito di chi si trova accanto a chi soffre è offrire fiducia, e questo significa accogliere tutto senza giudizio, lasciando andare la paura. È la conoscenza della nostra stessa sofferenza che ci rende capaci di prestare un vero aiuto, essere in contatto con le proprie fragilità ci permette di dare un supporto concreto. Le aspettative possono essere un grande limite in questo processo: ci tolgono di vista le opportunità che sono già a disposizione nel momento in cui stiamo vivendo. Come la fragilità anche la precarietà deve essere uno strumento fondamentale del nostro lavoro. Portare l’attenzione esclusivamente sul compito che stiamo svolgendo ci permette di trovare la pace anche in mezzo alla tempesta. Guardare le cose con occhi nuovi, al di fuori di programmi, ruoli e aspettative è il segreto per creare intimità con noi stessi e con gli altri.

Zen Hospice Project, San Francisco

Sebbene queste indicazioni siano state elaborate per formare professionisti in ambito clinico, credo che siano molto utili anche quando applicate al campo dell’insegnamento. Gli studenti, per apprendere, devono uscire dalla propria zona di comfort e questo li mette in una condizione di fragilità, di cui il docente si deve prendere carico. Affrontare questo compito partendo dalla consapevolezza della propria sofferenza e impegnandosi ad accettare senza aspettative ciò che c’è, è un modo per costruire una relazione educativa basata sulla fiducia reciproca.

Questo modo di fare, oltre che per gli studenti, è importante per il benessere e la soddisfazione degli insegnanti. La tendenza a sviluppare un atteggiamento giudicante, a fare domande di cui immaginiamo già la risposta, a dividere la nostra attenzione tra più compiti simultaneamente, sono solo alcuni dei risvolti negativi correlati al nostro lavoro, e che un approccio di questo tipo può aiutarci a disinnescare.