A Crowded Apocalypse con IO-Cose

La narrazione sulla cospirazione è un vero e proprio genere narrativo, è questa l’assunzione da dove parte il progetto artistico transmediale del collettivo IO-Cose A Crowded Apocalypse. All’alba di questi processi immaginativi potremmo mettere la stagione novecentesca segnata dal pensiero dei filosofi del sospetto: Marx, Nietzsche e Freud, che pur nelle loro profonde differenze sono accomunati dal fatto di ipotizzare che dietro alla realtà si nasconda un altro piano che la determina, che sia l’economia, i “piedi d’argilla” su cui si regge la verità o l’inconscio.

Oggi nell’epoca del revisionismo storico in tempo reale, le tecnologie hanno permesso l’affastellarsi di livelli narrativi intrecciati tra loro, la facilità d’accesso all’informazione rende i fatti più lontani di quanto siano mai stati. Sono dispositivi a cui tutti prendiamo parte, anche con la sola lettura, ma che si agganciandosi violentemente alle nostre paure, al nostro bisogno di verità e ci chiamano prepotentemente alla partecipazione.

IO-Cose osserva questi processi e se ne fa attivatore. Immagina un sistema cospirativo e grazie alla partecipazione degli utenti mette in scena una grande performance collettiva e spesso inconsapevole.

Una delle immagini dal progetto A Crowded Apocalypse di IO-Cose

Nel 2012 seguo il corso di Net Art di Matteo Cremonesi e prendo parte al progetto. L’opera che realiziamo durante le lezioni laboratoriali è una parte del più esteso progetto transmediale: How To Make a Bomb si tratta di far realizzare a persone dall’altra parte del mondo un arma, senza che loro ne siano minimamente coscienti. Il processo è semplice, gli strumenti a disposizione di chiunque.

Iniziamo con l’analisi di un videotutorial per la realizzazione di una bomba a idrogeno pubblicata da un ragazzino canadese, la suddividiamo in passaggi e ne chiediamo la realizzazione a persone di tutto il mondo attraverso Microworkers, una piattaforma di Crowdsourcing. Il Crowdsourcing è un servizio generalmente usato per l’accumulazione rapida di consenso sui social media. Questo genere di piattaforma è stato innauguarato da Amazon attraverso la sua applicazione Mechanical Turk, Artificial Artificial Intelligence: ci sono compiti, che anche se ripetitivi, solo gli esseri umani possono svolgere efficacemente, come mettere i like su una pagina di un social media o riconoscere una persona in una grande mole di fotografie; i servizi di crowdsourcing permettono di far incontrare la richiesta con l’offerta e di far svolgere queste azioni in cambio di piccole somme di denaro. In poco tempo avevamo accumulato numerosi clip video provenienti principalmente da paesi in via di sviluppo che mostravano, uno per volta, i passaggi richiesti. Nessuno è stato messo in pericolo da questo processo, i passaggi erano separati tra loro in modo che le persone facessero solo una delle azioni che messe insieme portavano alla realizzazione dell’esplosivo.

How To Make a Bomb di IO-Cose

Questo processo apre importanti spazi di riflessione rispetto al concetto di alienazione proprio del processo produttivo Taylorista: come nella produzione in serie l’operaio sperimenta l’alienazione derivante dalla perdita di senso della sua azione nell’opera completa della costruzione del prodotto a cui sta lavorando, questo processo si approfondisce ulteriormente con le tecnologie digitali valicando il contesto lavorativo e investendo la vita nella sua completezza.

Questa collaborazione è stata un’esperienza importante e divertente. IO-Cose era nel pantheon dei collettivi artistici che studiavo su libri e riviste del settore, aver avuto la possibilità di prendere parte al loro progetto è stato davvero un’esperienza entusiasmante.

Per approfondire il progetto vi consiglio questa intervista realizzata da Valentina Tanni per Artribune.