Orda il primo progetto di Alternanza Scuola Lavoro de La CURA

Durante le attività collaterali ai miei studi in Accademia mi è stato possibile conoscere persone straordinarie. Due di queste per cui nutro un affetto particolare sono Salvatore Iaconesi e Oriana Persico.

Impossibili da definire, lui da con una formazione da ingegnere informatico, lei negli studi culturali sono una coppia di artisti, attivisti e ricercatori indipendenti di fama internazionale. Numerosi sono i progetti tra arte, tecnologia e politica a cui hanno dato vita e che portano avanti ma questo articolo è dedicato a una piccola collaborazione che costitusce un’esperienza memorabile per me e credo anche per gli studenti che vi hanno preso parte.

Insegnavo al Liceo artistico Franco Russoli di Pisa e Cascina in parte al corso Serale e in parte al corso ordinario, ero alla mia prima esperienza di insegnamento ed erano gli anni in cui l’alternanza scuola lavoro era da poco diventata obbligatoria. Le scuole si stavano attrezzando al meglio per far fronte a questa innovazione normativa e dove non si trovava la possibilità o la coerenza formativa di fornire a tutti gli studenti uno stage si optava per delle simulazioni di iniziative imprenditoriali: l’Impresa Formativa Simulata.

L’utenza dei corsi serali è ben diversa da quella che potremmo immaginare, accanto al profilo tipico dello studente lavoratore infatti si affaccia anche un utenza più giovane che dopo pochi anni di sospensione dell’attività scolastica ordinaria, raggiunta la maggiore età, si reimmette nel percorso scolastico scegliendo i corsi serali. Tra gli iscritti del mattino e della sera correvano pochi anni di differenza e pensai fosse una buona idea quella di lanciare un progetto che potesse vedere la partecipazione di studentesse e studenti di entrambi i gruppi. Si fecero delle riunioni plenarie in cui si andò a definire il prodotto che avremmo potuto proporre in questa attività e la scelta ricadde sull’idea di produrre una rivista di arte e cultura contemporanea prodotta dagli studenti del Liceo.

Per prima cosa si fece riferimento a un azienda del territorio pisano, il Fogliaccio, giornale gratuito indipendente distribuito a Pisa finanziato dalla vendita di annunci e insersioni pubblicitarie. Incontrammo i responsabili editoriali e la redazione e ci spiegarono come funzionava un azienda di quel settore.

La progettazione proseguì attraverso attività interclasse volte a individuare identità, contenuti e modalità del prodotto editoriale: Si sarebbe chiamato Orda, sarebbe stato un blog online e avrebbe prodotto una versione cartacea di formato non convenzionale, realizzata con le tecniche tipiche del libro d’artista. La progettazione condivisa aveva superato l’idea iniziale, da parte delle classi c’era il desiderio di portare il progetto in territori di maggiore sperimentazione rispetto alla classica Impresa Formativa Simulata. Le rigidità progettuali volte all raggiungimento degli obiettivi potevano essere abbandonate a favore di una ricerca sperimentale che potesse essere più rispettosa delle aspettative degli studenti e comunque produttiva di un percorso formativo interessante e partecipato.

In quel periodo, da una gestazione all’interno dell’Istituto Statale per le Industrie Artistiche di Firenze, veniva alla luce Nefula il primo studio italiano dedicato al Near future Design. Un’iniziativa che vede Oriana e Salvatore tra i primi promotori. La loro docenza all’ISIA di Firenze mi dette la possibilità di entrare rincontrarli e di parlare di come avrebbero potuto prendere parte al progetto didattico.

Salvatore e Oriana nella primavera del 2016 avevano appena pubblicato “La Cura” un libro edito da Codice che raccontava la loro terribile e meravigliosa esperienza di malattia. Nel 2012 infatti a Salvatore era stato diagnosticato un cancro al cervello e la coppia aveva trasformato l’esperienza personale in un’opera d’arte aperta a tutti, una grande performance artistica sviluppata attraverso relazioni di cura che abbracciavano i linguaggi più diversi.

Se la Cura era stata l’occasione per ripensare in modo attivo e ecosistemico l’esperienza della malattia, poteva suggerire delle pratiche che investissero i temi di interesse per i partecipanti al progetto Orda.

Le studentesse e gli studenti arrivarono alla definizione del tema che era importante per loro approfondire: la famiglia. Questione controversa, oggetto del dibattito politico fu presto chiaro che si configurava più come un campo di ricerca che come una definizione già data. C’era da perlustrare l’immaginario nell’ottica di creare innovazione sul tema, e la metodologia del Near Future Design sembrò quella più adatta.

La redazione di Orda organizzò un evento artistico presso Spazio Bono 19, laboratorio comunale dedicato alla promozione culturale e sociale. Il 5 maggio del 2016 si tenne Near Future Family Portrait. l’evento prevedeva una festa, durante la quale era possibile realizzare una foto di famiglia mettendo in campo un’interpretazione creativa e personale del concetto.

Famiglie di tutti i tipi si susseguirono sul divanetto allestito per il set fotografico non mancarono famiglie composte anche da intelligenze artificiali, animali, gruppi di scout accanto a famiglie più tradizionali basate su rapporti omosessuali o eterosessuali. Mentre la cittadinanza pisana trovava uno spazio in cui ricodificare il proprio concetto di famiglia, la redazione di Orda aveva modo di porsi delle riflessioni che approfondivano la ricerca sul tema. La prima e ultima uscita cartacea della rivista Orda fu un album di foto di famiglia stampate con tecniche analogiche derivate dalla resinotipia, mentre sul blog online comparirono gli articoli derivanti dalle diverse interpretazioni del concetto di famiglia dei redattori di Orda.

Durante l’estate la redazione di Orda fu invitata a tenere un intervento durante la Cura Festival a Bologna presso Kilowatt ai Giardini Regina Margherita; una piccola delegazione di studentesse e studenti allestì lo spazio mostra dedicato e parlò della propria esperienza.

Con il fatto che molti degli studenti coinvolti frequantavano l’ultimo anno e per la fisologica intermittenza del lavoro di docenza precario Orda non proseguì la propria attività, ma le competenze apprese da alcuni studenti più giovani furono impiegate in successivi progetti editoriali.

Orda è stata una grande sperimentazione, per i miei studenti prima di tutto, ma anche per me. Ha visto grande impegno e passione da parte di tutti gli attori coinvolti, si è dispiegata come un’esperienza formativa atipica e multiforme. Dal punto di vista della progettazione didattica vedo i grandi limiti derivanti dalla mia ingenuità di quegli anni, ma ringrazio la dirigenza per avermi dato carta bianca: a prescindere dalla mia inesperienza, mettendo in relazione attori di grande valore professionale e umano sento di aver coinvolto gli studenti e me stesso in un processo formativo di grande valore.